lunedì 4 aprile 2011

egitto bianco e nero

L’Egitto e la sua economia

L’egitto è uno dei paesi più sviluppati dell’Africa ma nonostante ciò non è neanche lontanamente paragonabile ai paesi del nord del mondo nel settore economico.

Esso è infatti uno stato che basa buona parte della sua forza lavoro sul settore primario : estrazione di gas e petrolio ma soprattutto agricoltura.

Segue in classifica il settore terziario che è enormente sviluppato per un paese del genere vista la grande presenza di monumenti e mete balneari.

Ma prima di parlare di problemi e attualità facciamo un quadro generale del lavoro in Egitto

· Come detto precedentemente l’agricoltura occupa la buona parte della popolazione attiva in egitto nel 1952 una Riforma agricola limitò la dimensione massima di ogni singolo possedimento terriero per distribuirle così tra i contadini, ma questa misura non bastò a colmare il divario tra i contadini e i più ricchi proprietari terrieri. I programmi governativi hanno incrementato le superfici arabili, promuovendo opere di bonifica e irrigazione delle quali la più imponente fu la costruzione delle dighe di Assuan

· L’industria è sicuramente una fetta dell’economia poco sviluppata rispetto a quello che le risorse del territorio permetterebbero infatti in egitto si trovano riserve di gas naturale e petrolio per niente trascurabili ma nonostante ciò solo una piccolissima parte di questi viene usata per far progredire il paese mentre il resto viene venduto ad un prezzo ridicolo al nord del mondo

· il turismo è invece un settore largamente sviluppato e porta nelle casse dello stato decine di miliardi di dollari che vengono praticamente buttati dalla di questi cattiva gestione

Ed è proprio di questa cattiva gestione che voglio parlarvi

L’economia egiziana è infatti una delle meno dinamiche al mondo. La maggior parte dei capitali del paese viene utilizzata nella costruzione di strade e di canali d’irrigazione lungo l’unico corso d’acqua, il Nilo.

L’Egitto è quasi privo di base industriale e importa dall’estero macchinari, veicoli, prodotti in legno e alimenti. Esporta soltanto una modesta quantità di gas naturale e petrolio, cotone e metalli. Il Cairo deve costantemente far fronte a problemi economici, e i recenti episodi di instabilità non hanno migliorato la situazione.

C’è anche un altro problema: proprio come i faraoni che sfruttarono la popolazione per costruire le piramidi, i militari si sono serviti dei risparmi dei cittadini a proprio vantaggio, pescando il denaro direttamente dalle banche, obbligate a concedere prestiti mai restituiti. L’esercito ha così prosciugato il sistema bancario, aggravando la situazione economica e costringendo il governo a rivolgersi all’estero per nuovi finanziamenti.

Gli Stati Uniti hanno aiutato l’Egitto a estinguere il debito pubblico in cambio dell’appoggio contro Saddam Hussein durante la prima guerra del golfo, ma dopo la fine della Guerra Fredda hanno tagliato gli aiuti. Per salvare la situazione Mubarak ha riformato e privatizzato il sistema bancario impedendo ai militari di servirsi dei risparmi dei cittadini e liberando le risorse. I risultati sono stati eccellenti: per la prima volta dopo secoli l’Egitto è riuscito a svincolarsi dall’aiuto esterno e ha ridotto drasticamente il debito estero.

I militari però, duramente penalizzati dalle riforme, iniziarono ad osteggiare i piani di Mubarak. Ora che la famiglia Mubarak è stata definitivamente allontanata dal potere e la costituzione sospesa, probabilmente l’esercito si affretterà a smantellare le riforme per ritornare alla situazione precedente. Ma se così fosse il paese precipiterebbe nuovamente in uno stato di crisi e non avrebbe altra scelta che cercare aiuti all’estero incrementando nuovamente il debito facendo così sorgere il dilemma tra regime e stabilità economica.

Un altro problema egiziano è la futura lotta per l’acqua infatti la minaccia di una guerra per il controllo di territori ricchi di petrolio non rappresenta niente di nuovo, ma negli anni a venire l'acqua potrebbe accendere più conflitti politici dell'oro nero. In alcune regioni del mondo, la scarsità di acqua potrebbe diventare quello che la crisi dei prezzi del petrolio è stata ,negli anni settanta: una fonte importante di instabilità economica e politica. Buona parte della popolazione mondiale dipende da sistemi fluviali comuni a due o più paesi.

L'Egitto è un esempio dei dilemmi e delle incertezze che devono affrontare i paesi con una rapida crescita demografica e fonti di approvvigionamento idrico molto limitate sul proprio territorio nazionale. 56 milioni di persone in Egitto dipendono quasi interamente dalle acque del Nilo, ma le origini del fiume non si trovano all'interno dei confini del paese. l'85% del Nilo è generato dalla piovosità in Etiopia e scorre come Nilo azzurro nel Sudan prima di entrare in Egitto. La parte restante dipende dal sistema del Nilo bianco, che ha le sue sorgenti in Tanzania, al lago Vittoria, e si congiunge al Nilo azzurro nei pressi di Khartoun. Il fiume più lungo del mondo rifornisce in tutto nove nazioni, e in Egitto arriva per ultimo.

Sulla base di un accordo sottoscritto nel 1959 con il Sudan, l'Egitto ha diritto ogni anno a 55,5 miliardi di metri cubi d'acqua del Nilo, mentre al Sudan ne sono stati assegnati 18,5. Per soddisfare il suo fabbisogno l'Egitto integra l'acqua del Nilo con piccole quantità di acque freatiche, con l'acqua del drenaggio agricolo e con acque di scolo municipali trattate. Nel 1990, ha avuto una disponibilità di 63,5 miliardi di metri cubi di acqua. sfortunatamente, anche secondo le proiezioni più modeste la domanda idrica egiziana salirà a 69,4 miliardi di metri cubi per la fine del decennio. (Poste S., "Le guerre dell'acqua", 1993, in World Watch, n°8, agosto, pp.16 - 24.

Il valore crescente dell'acqua, le preoccupazioni concernenti la qualità e la quantità di approvvigionamenti, oltre che le possibilità di accesso, accordate o rifiutate, hanno dato luogo a un concetto di geopolitica delle risorse , o "idropolitica". A questo riguardo, l'acqua si avvicina al petrolio e a certe ricchezze minerali in quanto risorsa strategica. La sua rarità e il suo valore crescente porteranno sempre più a delle politiche dell'acqua e a conflitti internazionali che potranno attribuire ai diritti su quest'ultima un'importanza di primo piano.

Mettendo quindi l’egitto, uno stato già povero delle risorse “attuali” in una situazione ancora economicamente peggiore.

Non si prospettano buone notizie cari egiziani

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